lunedì 4 agosto 2008

Stipendi d'oro ai professori universitari

Lavorano 3 ore al giorno: 10mila euro

Lavorano tre ore al giorno e arrivano a guadagnare 10mila euro al mese; vengono assunti in numero doppio rispetto alle necessità; per far carriera spesso vige il nepotismo più assoluto: non si tratta dei politici ma dei professori universitari.
Un'inchiesta condotta da Il Giornale mette in luce i bubboni delle nostre università scatenando, ovviamente, numerose polemiche. Secondo quanto scrive il quotidiano diretto da Mario Giordano le 77 università italiane sono in gran parte coi conti in rosso. Spesso si trovano al limite del commissariamento. E anziché tagliare sulla spesa corrente, preferiscono diminuire i fondi della ricerca. Ma è proprio sui conti ordinare che Il Giornale accende un faro: negli ultimi sette anni c’è stata una moltiplicazione delle cattedre. In pratica, sono stati banditi 13.232 posti da associato o da ordinario e poi creati 26.004 idonei. Nel 99,3% dei casi i concorsi hanno promosso candidati senza che l'ateneo avesse il posto per loro. E i costi per il personale sono lievitati a dismisura: quasi 300 milioni di euro per coprire le nuove qualifiche. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che già insegnavano nello stesso ateneo che però, avendo avuto l'idoneità per concorso, hanno diritto all'aumento di stipendio.Tutto questo succede grazie a una legge del '99 nata per superare un'emergenza e per abbattere i costi dei concorsi. Un'emergenza che è poi diventata normalità. Uno stratagemma, secondo il quotidiano, che serve per per assumere l’assistente "figlio di" oppure chi è stato al devoto servizio del prof ordinario per anni. Il meccanismo è semplice: l'università A non ha risorse per bandire un posto, ma un suo ricercatore, o un professore associato, fa in modo di essere dichiarato idoneo a un concorso nell'Università B: poi torna a "casa", l’ateneo crea la nuova cattedra e il gioco è fatto.

I privilegi dei prof

Secondo quanto denuncia Il Giornale, analizzando i dati della Ragioneria di Stato si scopre che il carico quotidiano per chi insegna nelle università è in media di 3 ore e 39 minuti per cinque giorni alla settimana. Un conteggio che tiene conto dell'insegnamento, delle sessioni d'esame, delle commissioni d laurea e del ricevimento degli studenti. Nelle tabelle di retribuzioni per i professori ordinari nel 2008 si scopre che un docente appena assunto percepisce 4.373 euro lordi al mese. A fine carriera, dopo 28 anni, arrivano ad essere 8221,39 euro. Rapido calcolo matematico: 283,49 euro l'ora.

Lo sdegno dei professori

E' ovvio che trattandosi di medie ci sono molti casi in cui la realtà e diversa. In una lettera 240 docenti ordinari appartenneti a 15 atenei nazionali hanno espresso il loro disappunto: "Se ovunque, specie all'università, la qualità dovrebbe prevalere sulla quantità, in realtà non basterebbero neppure le 24 ore giornaliere a tenere testa a quello che la coscienza del docente e l'immaginazione e curiosità del ricercatore che è in ognuno di noi ci spingono a fare, per l'evoluzione scientifica dei nostri studenti e l'aggiornamento e approfondimento delle conoscenze nei nostri settori disciplinari". Ma come abbiamo scritto, si tratta di medie e quindi ci saranno anche dei casi peggiori di quelli appena descritti.

Fonte: Tgcom

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma che strano, io sono un associato confermato a tempo pieno dal 2000 e il mio stipendio è, netto, 2340 euro. Non dite baggianate! Controllate sul sito di Pagliarini, che pubblica anno per anno le tabelle stipendiali, prima di gettare altra legna su questo bel fuoco! E poi, ma non lo avee mica scritto, noi dobbiamo studiare, preparare NUOVI corsi, scrivere e non soltanto fare esami, mi pare ovvio!

Unknown ha detto...

Strano ma vero, io sono un altro associato in via di conferma e il mio stipendio netto è di 2100 euro circa. A tutti gli interessati il sito dove potete farci le pulci è il seguente: http://xoomer.alice.it/alberto_pagliarini/TAB2008conaumento1e77.htm. Però tenete conto che nell'attività accademica non si fa solo insegnamento frontale: ecco un elenco incompleto delle altre attività:

- ricerca (è su quello che siamo giudicati per la progressione di carriera) e dunque lettura di articoli scientifici, aggiornamento, stesura di articoli, comunicazioni a convegni
- supervisione dei lavori di tesi di laurea e di dottorato
- partecipazione ad organi collegiali

E comunque nella civilissima accademia statunitense il carico didattico (didattica frontale è paragonabile a quello italiano).

Luca Tardella

Anonimo ha detto...

la verita' e' che i prof all'universita' sono strapagati.
Rispondendo ad Anonimo, si' forse un prof oltre alle 3 ore di cui parla il post fa qualcosa in piu' (e secondo me non molto di piu'), ma bisognerebbe tener presente che un prof ha diversi schiavetti (quindi sottopagati e, appunto, schiavizzati)[dottorandi e tesisti] che gli fanno molti lavoretti(...).
E i lavori extra poi???
Consulenze per aziende/enti esterni??
Anche i prof fanno il doppio lavoro (specialmente a ingegneria).
Non trovo piu' il link ma, tempo fa ho letto di una consulenza prestata da un prof di Pisa (la mia universita') pagata 10.000 euro... e la cosa bella e' che in una sessione d'esame di quel periodo compariva uno studente che aveva fatto una tesi con lo stesso titolo della consulenza... indovinate chi era il relatore di quella tesi???
Altro problema: molti professori pubblicano libri... no comment...

Anonimo ha detto...

Non dovreste dire cose false. Nessun professore universitario guadagna 10 mila euro al mese, ma molto meno. E molti dei professori universitari lavorano moltissimo rispetto ad altre fasce di dirigenti statali che arrivano a guadagnare decisamente di più.

silvia ha detto...

Basta con questa campagna di diffamazione nei confronti dei professori! Chi ha scritto che un docente universitario guadagna diecimila euro al mese non sa di cosa parla. Io sono associato da 5 anni e guadagno poco più di duemila euro al mese (e grazie alla manovra non avrò neppure lo scatto di anzianità previsto per l'anno scorso e poi rinviato nperché nel frattmepo son divenuti triennali: per tutta la vita lo Stato mi toglierà circa 170 euro al mese di stipendio, che erano previsti dal mio trattamento retributivo!). Mi pare che i privilegiati siano altri, a partire dagli speculatori finanziari, dai manager ecc. Ma l'opinione pubblica è ormai preda degli imbonitori. E allora diamo addosso ai professori fannulloni, senza sapere neanche in cosa consista il loro lavoro! Tanto, a cosa serve la cultura in un paese dove l'unico valore è il denaro, e dove la corruzione e il malaffare dilagano..?

Anonimo ha detto...

certo che scrivete proprio delle belle sciocchezze. Se il livello intellettuale degli italiani colti di domani si misura dalla vostra (acritica e sciocca) ripresa delle assurdità che pubblica un giornale fascisticamente avverso al "culturame", allora l'Italia si merita proprio Berlusconi nei secoli dei secoli

Anonimo ha detto...

Quello che c'è scritto in questo articolo non sta né in cielo né in terra... io sono un ricercatore appena confermato e guadagno 1700 euro netti al mese dopo che sono 10 anni che sono nell'università e dopo che ho rifiutato posizioni dirigenziali in aziende multinazionali (da ingegnere) perché preferisco far crescere le persone piuttosto che fare soldi. Per la cronaca, da precario guadagnavo molto di più. Inoltre sono coautore di un testo che vende tantissimo in tutta Italia e che mi rende ricco con i proventi che consistono in ben 700 euro netti all'anno (con un ciclo di vita del testo di 3 anni); difficilmente lavoro meno di 10 ore al giorno di media, senza rispettare assolutamente sere, feste comandate e weekend, e come me tanti colleghi fanno le nottate, considerato che la maggior parte del lavoro che un docente universitario fa è proprio dedicato all'attività che non avete menzionato, ovvero la ricerca scientifica. Ed è decisamente molto di più il lavoro extra che si fa gratis perché le università non hanno abbastanza fondi e personale docente e ricercatore che quello che molto ipoteticamente e ancor più raramente si fa retribuiti, e comunque sempre attraverso il proprio dipartimento, il che vuol dire portando soldi all'università pubblica. A meno che non si sia optato per il regime di tempo definito, che comporta uno stipendio ancora più basso. Divertentissimo poi il raddoppio dei posti che deriverebbe dalle idoneità ai concorsi... come se avere l'idoneità desse diritto a qualcosa!
Prima di scrivere su temi del genere bisognerebbe almeno informarsi su come funziona l'università, la quale si è sì resa colpevole di sprechi e diseconomie negli ultimi anni e non certo per arricchire ricercatori e professori, ma è anche stata devastata dalla riforma Berlinguer che ne ha drammaticamente messo in pericolo lo stesso significato e la stessa importantissima missione. Invito inoltre i lettori a leggere direttamente l'inchiesta de Il Giornale, il cui spirito in questo post è stato secondo me decisamente travisato.

Andrea ha detto...

Ho letto con pieno interesse quanto scritto sopra.
Io ormai sono al settimo anno nell'Università (dottorato e assegni di ricerca) e, amaramente, penso che sia anche l'ultimo, visto che la prospettiva di entrarci è ottimisticamente nulla.
Scelsi, con molte difficoltà di entrarci dopo la laurea, anche perchè spinto dall'allora mio relatore di tesi. Oggi ritengo di avere buttato molti anni della mia vita. Non voglio puntare il dito sulla quantificazione precisa degli stipendi dei docenti, ma volgio sottolineare che, purtroppo è vero che nella maggior parte dei casi, questi non sono meritati. Non ho paura di dirlo, perchè di anni di esperienza dentro le stanze ne ho ormai a bizzeffe.
Mi fa strano anche vedere un ricercatore che difende a spada tratta la sua categoria, in quanto come egli ben sa i ricercatori sono gli attrezzi con cui i docenti associati e ordinari lavorano. Alcuni ricercatori non si lamentano molto di questo, perchè SANNO già che faranno carriera e si guarderanno sempre bene dal fare critica al sistema di cui faranno parte.
2000, 3000, 4000 euro, non importa. In molti arrotondano con cifre prese da altre fonti (lavori in nero? No, regolari, ma che comunque LORO non fanno, perchè demandano questi lavori ai precari alle loro dipendenze... e ne so più di qualcosa...).
Certo, esistono molti prof. in gamba, che ho conosciuto e che secondo me meritano più di 5000 euro mensili per quello che fanno, ma la gran parte non rientra in questa categoria.
Io ho sempre ritenuto che qualsiasi riforma delle università in Italia non debba mai partire dal basso colpendo ricercatori e precari, ma dall'alto... perchè è da lì che sono nati e continuano a nascere i problemi.

Anonimo ha detto...

Lo stipendio netto mensile di un professore ordinario (dunque, con carriera conclusa, fatti salvi gli scatti di anzianità) relativamente giovane (44 anni), con 12 anni di anzianità di servizio, dei quali sette come professore associato (è il mio caso), è di 3.300 euro (non si comprende, pertanto, chi dovrebbe guadagnare i fatidici 10.000 euro).
Naturalmente, conquistare la cattedra comporta sacrifici considerevoli (ai quali l'autore della "notizia" riportata non accenna minimamente), per i quali le 3 ore medie giornaliere risultano totalmente insufficienti (personalmente, per raggiungere il mio attuale status ho sostenuto tre concorsi e ho scritto cinque monografie, oltre a decine di saggi e articoli, relazioni a Convegni, etc, che non hanno una retribuzione specifica (ma che, salvo che si abbiano Santi in Paradiso – ma questo è altro discorso – sono indispensabili per la progressione di carriera).
Consiglierei vivamente, pertanto, chi ritiene di dover scrivere e diffondere notizie totalmente infondate in proposito di documentarsi adeguatamente prima di permettersi di sparare a zero su un mondo che, evidentemente, conosce
ben poco.

Anonimo ha detto...

ma perché il Giornale scrive queste cretinate, ad uso del popolino ignorante che ama le impiccagioni? I sono un ricercatore confermato e becco 1700 euro, dopo anni e anni di precariato a pane e cicoria.

Anonimo ha detto...

Alcune considerazioni.
1) E' socialmente pericoloso creare un malcontento su un ceto già abbondantemente massacrato da una legislazione penalizzante, stratassato sino all'ultimo centesimo, con gli stipendi tra i più bassi in Europa, sfruttato, su cui se ne dicono di tutti i colori, come se il nepotismo o il raccomandazionismo in Italia fosse un cancro annidato SOLO in questa categoria di lavoratori;
2) è socialmente pericoloso dire che i professori universitari che han trovato lavoro in Italia sono entrati senza merito e che "i più bravi" tra gli italiani fuggono all'estero e che quelli che rientrano dall'estero sono "dei cervelli" (andiamo, su!);
3) è socialmente pericoloso diffondere notizie false contenenti dati che sono facilmente disponibili anche on line.
Sono un professore ORDINARIO con un'esperienza di lavoro ragguardevolissima, con un CV invidiabile anche all'estero, ho 46 anni e il mio stipendio lordo annuo, che supera i 70.000 euro LORDI, è stratassato e alla fine mi fa guadagnare, al mese, 3300 euro. Un mio collega tedesco con pari requisiti guadagnerebbe circa 6000 euro, un mio collega svizzero molti, molti di più (lavorando molto meno e usufruendo di una segretaria personale).
Cordiali saluti, e se volete far crescere questo paese, siate meno inclini alle cialtrinerie e studiate di più.

Anonimo ha detto...

Pardon, volevo dire "cialtronerie".

Alessandro ha detto...

Sono un dottorando in Ingegneria e sebbene la mia esperienza sia ancora limitata, vorrei dare il mio piccolo contributo.

Ma prima, una PRECISAZIONE: l'università non è un sistema uniforme, ma è una composizione di mondi che possono spartire bene poco l'uno con l'altro. La mia esperienza è relativa al mondo "Ingegneria" e pertanto non ho alcuna pretesa di generalizzazione e nessuno dovrebbe averla (ma non è così).

Cominciamo:
1) io non so quanto guadagnano i professori (se non in modo indiretto guardando su Internet) ma quelli che conosco se la passano abbastanza bene, ma non sono "ricchi": hanno macchine normali, vestono in modo normale, fanno vacanze normali ed hanno una casa normale
2) per motivi di ricerca e didattici ho la fortuna di frequentare 3 diverse facoltà di ingegneria in 3 città diverse e non ho mai visto "figli" e/o "cocchi" di Prof. che sanno di avere un futuro assicurato. Ognuno si impegna al 110% e sa che ciò può non bastare, tuttavia l'amore per quello che fa lo fa andare avanti
3) i professori che conosco io lavorano 9 ore al giorno e la componente più importante è la ricerca. Chi non fa ricerca non può capire cosa significa e qui deve fidarsi: è necessario organizzare le innumerevoli attività in maniera gerarchica altrimenti non se ne esce. Uno schema di massima è: i professori dirigono l'orchestra, i ricercatori sono i musicisti, i dottorandi imparano lo strumento per inserirsi nell'orchestra e suonano anch'essi, i tesisti curano gli strumenti e a volte suonano pure. E' chiaro che quando le cose si fanno delicate (e spesso lo sono) persino un professore si deve occupare di "curare gli strumenti", ecco perché lo schema precedente non è rigido ma è una linea di massima: ognuno si occupa dell'attività più consona alle sue capacità. Un tesista difficilmente sa individuare un nuovo ramo di ricerca ed un professore non può occuparsi solo di questioni di basso livello, altrimenti chi dirigerebbe l'orchestra?
4) a volte i fondi sono così scarsi che è necessario autofinanziarsi offrendo consulenza alle aziende
5) il risparmio è d'obbligo: i professori che conosco io quando sono in missione prendono i mezzi pubblici anche se si trovano in Pakistan, viaggiano in treno in 2^ classe, mangiano nei fast-food e pernottano negli alberghi 3 stelle selezionati accuratamente su Booking come più economici tra quelli "decenti". Eppure sono loro che dispongono dei fondi, in teoria dunque potrebbero comportarsi diversamente
Detto questo, apro una breve parentesi sugli "altri mondi" attraverso due esperienze personali DIRETTE:
1) MEDICINA: per motivi di ricerca collaboro con i medici. Ho visto uno studio di un ordinario che è grande quasi quanto metà casa mia, con bagno privato, tappeti ed arredi di lusso, una segretaria (con stanzetta annessa) e sala di attesa. Il tutto mentre i suoi ricercatori sono ammassati in spazi angusti, all'interno della stessa università.
2) FARMACIA: mia moglie è una dottoranda in farmacia e la parola chiave nel suo caso è: NEPOTISMO. Figli di professori che si laureano senza mai essere stati visti agli esami e diventano associati in brevissimo tempo e mandano i ricercatori a fare lezione perché loro ne sanno poco o niente.

Con questo non voglio dire che INGEGNERIA funziona bene MEDICINA e FARMACIA no. La mia è solo una testimonianza. Io penso che il problema sia più complesso di come appare e che sì, ci sono diversi problemi. Ma non fate di tutta un'erba un fascio per favore, c'è gente (ed è tanta) che si fa il mazzo ma di loro non si parla perché non fa notizia. Invece il Prof. X corrotto e disonesto fa vendere i giornali e nel frattempo getta un'ombra su tutto il settore. Non è giusto. Sono sicuro che i corrotti ci sono in tutti i settori, a partire dagli stessi giornalisti che puntano il dito e zittiscono la loro coscienza quando devono scrivere fesserie per far contenti i loro capi.

Anonimo ha detto...

Chi ha riportato queste spudorate bugie è probabilmente un ignorante pluri-bocciato che ha voglia di offendere senza sapere di che parla.

Ricercatore a tempo pieno da 6 anni, tengo molti corsi e guadagno 1840 € al mese. Lavoro non meno di 10 ore al giorno, chiudendo la sera i laboratori sempre dopo le 19.00.

Concordo con chi ha detto che un popolo così zulù da scrivere simili cose si merita Berlusconi 50 anni e merita anche la disoccupazione in cui sono cascati i suoi figli.