martedì 10 marzo 2009

WiFi e Voip in tutte le facoltà!



Lo storico connubio tra l'università italiana e il web 2.0 dovrebbe esser cosa fatta entro tre anni. La previsione contenuta nel cronogramma di e-government 2012, il piano per la riorganizzazione e la digitalizzazione della Pa lanciato dal ministro Renato Brunetta, è di quelle ambiziose e che merita davvero un'attenzione particolare se, come ha certificato l'ultima indagine parlamentare sullo stato dei nostri atenei (si veda il Sole 24Ore del 26 febbraio scorso), solamente riequilibrando il rapporto tra personale non docente e professori sulla media nazionale si potrebbero risparmiare 250 milioni di euro l'anno. In un contesto di "diseconomie" ancora così macroscopico, con molte meno risorse (48,5 milioni, di cui 17, 5 già disponibili e gli altri 31 da reperire nel corso della legislatura) Palazzo Vidoni punta a mettere entro 18 mesi tutte le facoltà sullo stesso piano almeno per la copertura della rete WiFi e la disponibilità del servizio Voip, due semplici premesse per garantire servizi on line avanzati a tutti gli studenti e un nuovo standard digitale per i processi amministrativi interni e di comunicazione tra atenei e il ministero dell'Università.

I programmi d'azione sono molto mirati e si muovono su una serie di progetti di sviluppo digitale che le università hanno presentato a una commissione selezionatrice (composta da rappresentanti del Dipartimento per l'innovazione tecnologica, il Miur e la Conferenza dei rettori) per ottenere co-finanziamenti in cambio della garanzia di assicurare entro 12 mesi perlomeno il servizio di iscrizione online e la verbalizzazione elettronica degli esami. Su oltre 60 progetti inviati per l'iniziativa "Itc 4 university – campus digitali" ne sono stati selezionati 34 (non più finanziamenti a pioggia per tutti, insomma) mentre per la diffusione del WiFi negli atenei meridionali c'è l'impegno a finanziare almeno 20 dei 23 progetti presentati.

Se con questa seconda azione si agisce ancora sul fronte hardware, per garantire appunto la connettività senza fili laddove ancora non c'è, con il primo gruppo di progetti si punta a far fare un passo avanti a chi può permetterselo. Come, per esempio, l'Università di Ferrara (17.000 studenti su una città di 120mila residenti) che grazie a questo bando punta per esempio a offrire il servizio Voip agli allievi (visto che i professori lo utilizzano da tempo). «Pensiamo inizialmente a un utilizzo interno che consenta agli studenti di comunicare tra di loro con il programma open source già sperimentato negli ultimi due anni – spiega Cesare Stefanelli, docente di Reti di calcolatori – ma già in una prima fase ci sarà anche la possibilità di riceve chiamate via web». L'università ha anche in corso di sviluppo un accordo con il Comune per garantire l'accesso agli studenti alla futura rete WiFi cittadina e l'autenticazione condivisa con altri atenei regionali per assicurare l'accesso a internet con la stessa password in tutta l'Emilia Romagna.

A Ferrara, come in altri atenei che vantano un rettorato attento alla frontiera digitale, il piano e-government probabilmente offre solo un'accelerazione a cantieri già aperti: «Certo è che con i nuovi bandi attivati dal Dit e le risorse messe a disposizione – dice ancora Stefanelli – si alza l'attenzione e questo aiuta a mobilitare gli organi di governo degli atenei visto che, come già è accaduto in passato, i tempi di realizzazione degli obiettivi sono fissati in 12 mesi».

Ma anche dove l'utilizzo delle tecnologie Itc è in fase più avanzata il programma del ministero sembra consentire anche una sorta di "ripartenza" e verifica di programmi avviati. L'Università di Roma "La Sapienza", con oltre 100mila studenti di cui almeno 20mila normali utilizzatori della rete WiFi da almeno un paio d'anni, è stata selezionata insieme con gli altri due grandi atenei capitolini ("Tor Vergata" e "Roma 3") proprio per testare quanto possono funzionare un diffuso utilizzo di una tecnologia avanzata come la firma digitale: «Nella nostra università – spiega Renato Masiani, docente di Scienza delle costruzioni alla facoltà di Architettura – da 4 o 5 anni si fanno i verbali d'esame on line ma la procedura prevede ancora la firma di un documento finale che resta cartaceo. Con il nuovo piano cercheremo di sperimentare il passaggio alla firma digitale per tutti e le implicazioni che avrà in termini di maggiore efficienza». Procedure pilota saranno qui realizzate anche per la dematerializzazione degli atti amministrativi e per lo sviluppo del Voip oltre l'utilizzazione già raggiunta. «Se una cosa funziona alla Sapienza può funzionare in tutte le altre università italiane. È un po' questa l'idea di fondo della nuova serie di sviluppi sulle tecnologie della comunicazione resa possibile dal piano e-gov 2012 - conclude Masiani – e oltre alle risorse messe in campo, è certo che l'impostazione data dal Dit ci consente di mettere a fattor comune una serie di programmi avviati e che ora devono essere sottoposti a una dovuta verifica».

Fonte: Il Sole 24 Ore