giovedì 31 luglio 2008

La scelta dell'Università dopo la maturità.


Finito il tour de force degli esami di maturità, molti neodiplomati si stanno godendo il meritato riposo.
Le vacanze di coloro che a settembre vogliono iscriversi a un corso universitario non potranno però durare in eterno: le facoltà a numero chiuso, infatti, ogni anno vedono ai nastri di partenza oltre 200 mila studenti, che devono passare il test di ammissione. Ma come si sceglie la giusta facoltà?
Come si fa a decidere qual è il giusto ateneo in cui studiare? Quali sono le opportunità di lavoro che ciascun indirizzo offre?

A cosa serve la preiscrizione

Gli studenti dell’ultimo anno delle superiori interessati all’accesso ai corsi di laurea universitari, ai corsi delle istituzioni di alta formazione artistica e musicale, ai percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) o anche solo all’inserimento nel mondo del lavoro, quest’anno hanno avuto la possibilità – dal 28 marzo al 28 aprile – di ricorrere alla preiscrizione, utilizzando un apposito modulo disponibile sul sito web del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e presso tutte le scuole.
Il sistema della preiscrizione (stabilito dal MIUR con il decreto ministeriale del 28 marzo 2008) non vincola in alcun modo lo studente, che al momento dell’iscrizione vera e propria è libero di scegliere altro, rispetto ai tre corsi indicati nel modulo di preiscrizione; il suo scopo è invece quello di permettere agli atenei di predisporre iniziative e attività di orientamento in base alla scelta dei corsi di laurea o di diploma accademico e di consentire un’adeguata programmazione dell’offerta formativa e dei servizi destinati agli studenti, come informazioni sulle opportunità di tirocini formativi, sulle disponibilità delle strutture didattiche e dei servizi dedicati agli studenti, sull’adeguata preparazione iniziale richiesta per il corso prescelto e, se necessario, sulle modalità di verifica, nonché sulle eventuali attività formative propedeutiche.

Corsi di laurea a numero chiuso

Con la legge n. 264 del 1999 l’Italia si è adeguata al sistema del numero programmato, piuttosto diffuso in molte istituzioni universitarie europee, regolamentando l’accesso ad alcuni corsi di laurea con un test di ammissione.
Lo scopo del cosiddetto “numero chiuso” è duplice: da un lato, quello di equilibrare il rapporto tra numero di studenti e qualità e capacità delle strutture universitarie che li accolgono, dall’altro quello di regolare l’offerta di professionalità richieste dal mercato.
Per ogni corso a numero chiuso viene pubblicato un bando di concorso nel quale vengono indicati il numero dei posti disponibili, i termini di iscrizione, la data e le modalità di svolgimento della prova di ammissione.
A partire dal mese di agosto i bandi sono normalmente reperibili presso le segreterie delle università, mentre le prove di selezione si tengono, solitamente, nelle prime settimane di settembre.
Dato che l’accesso al corso è condizionato dal superamento del test, è sempre consigliabile preiscriversi ai test di ammissione in più sedi e sostenere più prove, in modo da aumentare le probabilità di successo.
La scelta dell’ateneoIn Italia sono 60 gli atenei statali e 13 quelli non statali (a cui si aggiungono tre atenei che offrono un’area di studio unica) che, grazie ai nuovi obblighi sulla trasparenza e i “requisiti necessari” previsti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, hanno cominciato a competere su temi come docenza, organizzazione della didattica e ricerca.

La scelta del corso di laurea

I corsi offerti dalle università italiane oggi sono circa un centinaio, alcuni molto diffusi, altri che si tengono invece in pochi atenei.
Prima di scegliere il corso che si ritiene adatto alle proprie inclinazioni, è bene informarsi in modo approfondito sulle sedi in cui ogni corso è attivato, sul percorso universitario, sulle prospettive professionali che si aprono alla fine degli studi.
Da valutare è anche la possibilità di scegliere un diploma universitario, nato per fornire una preparazione di livello universitario, finalizzata però a un immediato e operativo inserimento nel mondo del lavoro.
I siti internet che offrono sistemi per valutare i propri interessi sono molti. Tra quelli istituzionali bisogna segnalare il portale del MIUR, realizzato per orientare i ragazzi interessati all'iscrizione all'università e nella scelta del corso di studi che più risponde ai loro interessi, e il sito del Ministero dell’Istruzione, che fornisce la Guida all’Istruzione Superiore e alle Professioni, pubblicata in formato .pdf. Per individuare la facoltà più appropriata su base geografica, invece, è disponibile CercaUniversità, un servizio sponsorizzato dal Ministero che aggrega le ricerche possibili che riguardano l'Università, dai corsi di laurea ai finanziamenti, dai docenti agli studenti universitari, dai bandi alle statistiche.
Per coloro che spingono lo sguardo anche oltre i confini italiani, l’Università di Bologna offre una guida a tutte le università presenti nel mondo, completa di link e informazioni utili.

Come studiare e come scegliere

Su Internet o sui libriI siti online che offrono test di ammissione, manuali di sopravvivenza, scambi di opinioni e consigli sono numerosi, ma non sempre sono affidabili.
Se Internet è diventata senza dubbio la più grande fonte di notizie, è anche vero che non è sempre aggiornata. Analizzando alcuni siti che offrono la possibilità di effettuare gli esami di ammissione, ad esempio, abbiamo trovato un test per la facoltà di giurisprudenza chiaramente datato: alla domanda “quanti paesi fanno parte dell’Unione Europea?” dava come risposta esatta “15”, sebbene sia dal 2004 che i paesi membri non sono più 15 (e dal 2007 sono ben 27). Dunque, è essenziale non prendere per oro colato ciò che circola in rete. L’alternativa a Internet è la libreria: i volumi sull’argomento sono numerosissimi, da quelli che aiutano a prepararsi per i test (ma occhio all’anno di edizione, bisogna scegliere sempre i più aggiornati!), a quelli che forniscono un orientamento alla giusta facoltà, la scelta è vastissima.

martedì 29 luglio 2008

Lotta al posto letto nelle Università italiane

Gli studenti fuori sede sono almeno 600 mila, ma solo 50 mila trovano alloggio nei campus.
Bloccato dalla burocrazia il piano straordinario Case per studenti: l'Italia è ultima in Europa.
Bamboccioni, mammoni, belli di casa. È vero, i giovani italiani sono quelli che restano più a lungo in famiglia, approfittando dei sughi di mamma e della macchina di papà. Siamo così, l'anima di un popolo non è facile da cambiare. Ma almeno per chi dopo la scuola sceglie l'università non è solo questione di pigrizia. Siamo il Paese con il più basso numero di posti letto nelle residenze universitarie, un primato che nessuno ci invidia. Otto anni fa, in pompa magna, abbiamo lanciato un piano straordinarioche ha cambiato le cose dello zero virgola. E che rappresenta un monumento all'inefficienza del nostro Paese.
LA MAPPA DEI POSTI - In Italia campus e residenze universitarie mettono a disposizione circa 50 mila posti. Briciole rispetto al numero degli iscritti ad un corso di istruzione superiore, che sono un milione e 800 mila. Copriamo solo il 2,7 per cento del totale. Agli altri non resta che rimanere a casa di mamma e papà, oppure infilarsi nel tunnel delle stanze ammobiliate, che poi vuol dire affitto in nero ed evasione fiscale. Guardare cosa succede negli altri Paesi europei è avvilente. In Gran Bretagna il college non riguarda solo le élite di Oxford e Cambridge ma uno studente su tre: coprono il 29 per cento della popolazione universitaria. In Francia sono al 16 per cento, in Germania al 12, in Spagna all'8 per cento. Non c'è paragone con noi e non è solo questione di numeri. Le residenze universitarie sono democratiche. La retta è più economica di un affitto e apre le porte delle università anche a chi non può campare sulle spalle dei genitori. Sono tanti se si pensa che un figlio che studia fuori sede costa intorno ai 12 mila euro l'anno. Oltre che democratici i campus sono un'ottima materia di studio. Vivere da soli, cucinare, lavare, fare la spesaè il modo migliore per imparare ad organizzare il proprio tempo. Ed organizzare il proprio tempo è una delle cose più importanti nella formazione del lavoratore del domani. A chi ha imparato un libro a memoria, e dopo sei mesi ha dimenticato tutto, le aziende preferiscono chi sa risolvere problemi. E vivere da soli è un'ottima palestra per imparare a farlo.
IL PIANO STRAORDINARIO - Forse con questo nobile obiettivo, nel 2000 l'Italia ha lanciato un piano straordinario che avrebbe dovuto portare nel giro di quattro anni a raddoppiare il numero dei posti letto. Ebbene, di anni ne sono passati otto e quel piano voluto dall'allora ministro dell'Università Ortensio Zecchino si è concluso con un mezzo fallimento. I posti non sono raddoppiati ma cresciuti del 20 per cento e siamo sempre in fondo alla classifica europea. Da 42 mila siamo arrivati a 50 mila. Non solo. La crescita effettiva potrebbe essere in realtà inferiore perché buona parte dei nuovi posti letto, pur realizzati, non sono ancora utilizzabili. Insomma, dopo otto anni i posti in più davvero disponibili sarebbero 1.950, un ancora più misero 5 per cento. Della questione si è occupata anche la Corte dei conti che sull'attuazione di quel piano ha concluso da poco un'indagine conoscitiva. «Non è chiarito — si legge nella relazione — se i nuovi alloggi siano effettivamente operativi, dato che non sono pervenute attestazioni puntuali in ordine all'effettiva agibilità delle strutture». C'è un altro modo per guardare al fallimento del piano straordinario. Lo Stato, in varie tranche, ha messo a disposizione 380 milioni di euro che avrebbero dovuto finanziare al 50 per cento le opere realizzare dalla varie università. In otto anni sono stati spesi solo 40 milioni di euro, l'11 per cento. Come è possibile?
COSA NON HA FUNZIONATO - È la stessa Corte dei conti a riconoscere il «modesto grado di attuazione» dell'intervento straordinario per le residenze universitarie. E a ripercorrere le tappe di un processo che ci porta dritti nel labirinto della burocrazia. Il piano «urgente», sottolinea la Corte, è «partito in realtà oltre quattro anni dopo» l'annuncio. La legge viene approvata nel novembre del 2000. Un anno se ne va per la pubblicazione dei bandi, i termini per la presentazione delle domande vengono prorogati più volte perché all'inizio nessuno si muove. Poi arriva la commissione incaricata di valutare le richieste e di anni ne volano via altri due. Il primo piano triennale viene presentato nel marzo 2005, 1.600 giorni dopo l'approvazione della legge. Il primo pagamento è arrivato nel dicembre 2006, più di sei anni dopo. Inevitabile che a qualcuno siano cadute le braccia. Su 169 progetti presentati, la commissione nominata dal ministero ne ha approvati 139, quasi tutti (l'87%) per le regioni del centro nord, quelle che richiamano più studenti dal resto del Paese. Di quei 139, in quindici hanno rinunciato. Dall'università di Macerata a quella di Firenze, da quella di Pavia a quella di Padova hanno detto no allo Stato che regalava la metà dei soldi necessari per rimettere a posto vecchi studentati. Se sono arrivati a tanto è proprio perché le procedure per accedere ai fondi somigliavano ad un labirinto. Anche se con linguaggio felpato, la Corte dei conti sottolinea una «anomala velocità di spesa, rallentata anche dai modi di assolvere gli adempimenti tecnico-burocratici». Non solo. I magistrati richiamano anche il ministero dell'Università che non ha collaborato come dovuto. E in particolare «il servizio di controllo interno che, nonostante i ripetuti solleciti, ha omesso di fornire riscontri e valutazioni coerenti con i quesiti formulati dalla Corte». Un fallimento che i responsabili non vogliono neppure spiegare. L'unica buona notizia è che adesso ci riproviamo. Per utilizzare quei 340 milioni di euro rimasti in cassaforte, il ministero dell'Università ha bandito all'inizio dell'anno un secondo bando per le residenze universitarie. Una «iniziativa da valutare positivamente, secondo la Corte dei conti che questa volta confida in tempi più rapidi. La stessa speranza dei bamboccioni e delle loro famiglie.

Fonte: Corriere della Sera

venerdì 25 luglio 2008

Laurea "lunga" e laurea triennale. Quanti trovano lavoro?

Nel 2007, a circa tre anni dal conseguimento del titolo, il 73,3% dei laureati in corsi lunghi svolge un’attività lavorativa, il 14,1 è in cerca di occupazione, mentre il 12,6%, pur non lavorando, dichiara di non essere alla ricerca di lavoro.
La quota di occupati tra i laureati nei corsi triennali, pari al 73,1%, è sostanzialmente simile a quella dei laureati in corsi lunghi.
Viceversa, è più contenuta la quota di giovani in cerca di lavoro (12,2%).
In prima battuta, si delinea, quindi, un migliore inserimento occupazionale per i laureati in corsi brevi, che registrano un tasso di disoccupazione più contenuto (14,3% rispetto al 16,1%).
I laureati nei corsi lunghi sono invece più favoriti nel trovare un lavoro continuativo dopo la laurea (sono il 56,2% contro il 48,5% dei laureati "triennali").
In effetti, l’occupazione tra i laureati in corsi brevi è maggiormente caratterizzata dalla presenza di studenti lavoratori, cioè, di persone impegnate in lavori iniziati prima del conseguimento del titolo.

Fonte: ISTAT

Università: la classifica 2008 de "Il Sole 24 Ore". L'Università del Salento è solo 54esima.

Anche quest'anno il quotidiano economico Il Sole 24 Ore presenta la sua classifica delle università italiane.
La classifica è stata stilata in base a criteri che spaziano dall'impegno nella ricerca agli aspetti più importanti della didattica e dell'organizzazione.
È da segnalare che l'ampliamento dei parametri rispetto alle indagini degli anni scorsi porta all'evidenza che la variabilità degli atenei in testa alla classifica è molto bassa.
Il primo posto del 2008 spetta al
Politecnico di Milano, con 721 punti ottenuti. L'ultimo invece è quello dell'Università degli Studi di Napoli "Parthenope", con solo 164.
Università statali:
1.
Politecnico di Milano - 721
2. Università degli Studi di Trieste - 713
3. Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - 708
4. Università di Pavia - 677
5. Università degli Studi di Trento - 666
6. Politecnico di Torino - 657
7. Università degli Studi di Ferrara - 634
8. Università degli Studi di Genova - 601
9. Università degli Studi di Firenze - 600
10. Università degli Studi di Perugia - 595
11. Università per stranieri di Siena - 578
12. Università degli Studi di Padova - 591
13. Università degli Studi di Siena - 578
14. Università degli Studi di Parma - 576
15. Università degli Studi del Piemonte Orientale - 567
16. Università degli Studi di Napoli II - 566
17. Università degli Studi dell'Aquila - 558
18. Università Politecnica delle Marche - 557
19. Università IUAV di Venezia - 553
20. Università di Pisa - 550
21.
Università degli Studi di Udine - 546
22. Università degli Studi del Sannio - 532
23. Università degli Studi di Camerino - 521
24. Università degli Studi di Torino - 520
25. Università degli Studi dell'Insubria - 519
26. Politecnico di Bari - 518
27. Università di Bologna - 495
28. Università "Ca' Foscari" di Venezia - 477
29. Università degli Studi della Tuscia - 476
30. Università degli Studi di Urbino - 470
31. Università degli Studi di Napoli Federico II - 468
32. Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" - 462
33. Università degli Studi di Brescia - 460
34. Università degli Studi della Basilicata - 440
35. Università degli Studi di Milano - 428
36. Università degli Studi di Verona - 420
37. Università degli Studi di Reggio Calabria - 403
38. Università della Calabria - 402
39. Università degli Studi di Salerno - 398
40. Università degli Studi di Milano-Bicocca - 397
41.
Università di Bergamo - 395
42. Università degli Studi del Molise - 379
43. Università degli Studi Roma Tre - 375
44. Università degli Studi di Foggia - 365
45. Università degli Studi di Cassino - 354
46. Università degli Studi di Catania - 354
47. Università degli Studi di Sassari - 348
48. Università degli Studi di Catanzaro - 340
49. Università degli Studi di Cagliari - 340
50. Sapienza Università di Roma - 337
51. Università degli Studi di Messina - 322
52. Università degli Studi di Bari - 321
53. Università degli Studi di Macerata - 312
54. Università del Salento - 288
55. Università degli Studi di Teramo - 278
56. Università per stranieri di Perugia - 277
57. Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" - 277
58. Università Gabriele D'Annunzio - 257
59. Università degli Studi di Palermo - 255
60. Università degli Studi di Napoli "Parthenope" - 164

Fonte: Wikinotizie
Per maggiori informazioni: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/07/universita-classifica-atenei.shtml?uuid=75c7193e-5177-11dd-90df-241f4324bf97&type=Libero

mercoledì 23 luglio 2008

Procedure per l’assegnazione delle Borse di Studio e Posti Alloggio per l’A.A. 2008/2009

Nuove scadenze per la presentazione delle domande. Possibile presentare la domanda anche on line.
L’Edisu di Lecce comunica che è stato approvato e pubblicato il Bando di concorso per borse di studio e posti alloggio per l'a.a. 2008/2009 unitamente ai disciplinari e ai regolamenti per l'accesso ai benefici e servizi che l'EDISU di Lecce mette a disposizione degli studenti dell’Università del Salento e degli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale di Lecce.
Il bando e i Regolamenti possono essere consultati sul sito Web dell’Edisu all’indirizzo www.edisulecce.it, sezione Bandi e Regolamenti. On line è disponibile la modulistica necessaria per la presentazione delle domande di Borsa di Studio e Posto Alloggio.
Quella cartacea sarà disponibile e potrà essere ritirata tra qualche giorno presso la Segreteria dell’Edisu, via Adriatica 8, Lecce.
L’Edisu invita gli studenti a voler prestare la massima attenzione alle date di presentazione delle domande e di scadenza del Bando.
Rispetto a quelle previste nel Bando dell’Anno scorso le scadenze, uniformate su tutto il territorio pugliese, in base a disposizioni regionali, sono state modificate e diversificate, e pertanto, le domande potranno essere presentate: dal 15 luglio al 12 agosto 2008 dagli studenti iscritti ad anni successivi al primo; dal 18 agosto al 17 settembre 2008 dagli studenti iscritti al I anno.
L'inoltro delle domande sarà possibile non solo tramite consegna del modulo cartaceo presso gli sportelli dell’Edisu, ma anche servendosi della procedura on line, approntata per tale scopo e utilizzabile tramite il sito dell'Ente a partire dal 15 luglio al 12 agosto 2008 per gli studenti che si iscrivono ad anni successivi al primo e dal 18 agosto al 17 settembre 2008 per coloro i quali si iscrivono al primo anno dei corsi di laurea. Potranno essere altresì spediti, nei termini stabiliti dal bando, per via postale. Si fa presente che presso gli sportelli della Segreteria saranno ricevuti unicamente i plichi contenenti le domande e/o la documentazione richiesta della cui completezza, a pena di esclusione. lo studente si assume tutta la responsabilità. Tanto on line che presso gli sportelli sarà rilasciata ricevuta dell’avvenuta presentazione della domanda. Presso la Cittadella della Ricerca in Brindisi l’Ente assicura il servizio di sportello nei giorni di martedì e giovedì, sino alla data del 31 luglio 2008 e, successivamente, dal I settembre 2008.
L’Edisu raccomanda un'attenta lettura del bando e dei disciplinari allegati al fine di evitare spiacevoli esclusioni dai benefici e dai servizi messi a concorso e di fornirsi per tempo di tutta la documentazione necessaria all'autocertificazione dei dati richiesti per la partecipazione al bando citato.
In relazione al Concorso per l’assegnazione di Posto Alloggio nelle Residenze Universitarie l’Edisu fa presente che nel corso dell’anno accademico 2008/2009, presso il self-service di via Adriatica e le residenze universitarie “A. Rizzo” di via Adriatica e “E. De Giorgi” di via dei Salesiani, saranno eseguiti lavori di adeguamento alle norme di sicurezza che potranno comportare la chiusura di dette strutture per un periodo imprecisato, comunque non inferiore a sei mesi.
L’Ente assicurerà il posto alloggio, nei confronti degli studenti assegnatari, per mezzo di soluzioni alternative che saranno rese note, in tempo utile agli interessati, nel corso del corrente anno accademico e comunque prima dell’assegnazione del posto alloggio.

Per scaricare il bando e procedere alla domanda on line clicca qui:
http://www.edisulecce.it/

Bandi per l'ammissione ai Corsi di Studio

Corsi di studio a numero programmato D.M. 509/99A.A. 2008/09

Corsi di laurea triennale
- Ottica ed Optometria (75 unità)
- Scienze e Tecniche Psicologiche (300 unità)
- Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica (72 unità)

Corsi di studio a numero programmato D.M. 270/04A.A. 2008/09

Corsi di laurea triennale
- Biotecnologie (75 unità)
- Scienze Biologiche (150 unità)
- Scienza e Tecnologie per l'Ambiente (75 unità)

Corsi con test di valutazione della preparazione iniziale D.M. 270/04 A.A. 2008/09

Corsi di laurea triennale
- Beni Archeologici (bando aggiornato con DR del 4/7/08)
- Beni Culturali (bando aggiornato con DR del 4/7/08)
- Economia aziendale (bando aggiornato con DR del 4/7/08)
- Economia e Finanza (bando aggiornato con DR del 4/7/08)
- Ingegneria dell'Informazione (bando aggiornato con DR del 4/7/08)
- Ingegneria Industriale (bando aggiornato con DR del 4/7/08)
- Ingegneria Civile (bando aggiornato con DR del 4/7/08)
- Lettere (bando aggiornato con DR del 4/7/08)
- Matematica (bando aggiornato con DR del 4/7/08)
- Tecnologie per la conservazione e il restauro (bando aggiornato con DR del 4/7/08)

Corsi di laurea magistrale a ciclo unico
- Giurisprudenza


Per maggiori info clicca qui:
http://www.das.unile.it/DASWWW.2/index.php?option=com_content&view=section&id=27&Itemid=52

UNIVERSITA' DEL SALENTO

L'Università del Salento, sino al 2007 Università degli Studi di Lecce e per questo nota con l'abbreviazione UNILE, è il secondo ateneo della Puglia per numero di iscritti, preceduto dall'Università degli Studi di Bari.

LA STORIA DELL'UNIVERSITA'

L'Università del Salento nasce ufficialmente sul finire dell'anno 1955, con l'istituzione della Facoltà di Magistero. A questa segue, nel 1957 la Facoltà di Lettere e Filosofia. Per avere un riconoscimento giuridico bisognerà però aspettare il 1959.Nel 1967 si aggiungerà alle prime due Facoltà quella di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, e nel corso dello stesso anno accademico l'Università del Salento diventerà finalmente università statale.
Nel 1987 nasce la Facoltà di Economia e dal 1990 in poi sorgono le Facoltà di Ingegneria, Beni Culturali, Lingue e Letterature Straniere, Scienze della Formazione e Giurisprudenza. Nel 1995, invece, viene soppressa la Facoltà di Magistero.Per rintracciare i primi fermenti culturali e le prime spinte alla nascita di un centro di istruzione superiore in Terra d'Otranto bisogna risalire alla fine del XVIII secolo. Nel 1767, infatti, con l'espulsione dei Gesuiti dal Regno di Napoli, voluta da Ferdinando IV, e con la relativa chiusura degli Istituti da loro fondati e gestiti, si ha una spinta in senso laico e illuminista alla gestione dell'istruzione da parte dello Stato.
A Lecce, in particolare, i Gesuiti, sotto l'impulso di padre Bernardino Realino avevano realizzato opere assistenziali e istituti d'istruzione, facendo del Collegio leccese, insieme a quello di Taranto un centro di cultura fiorente, con le cattedre di Letteratura italiana, latina e greca, a cui si aggiunsero in seguito i corsi di filosofia speculativa e scolastica, etica e teologia. Con l'espulsione dei Gesuiti nascono a Lecce e in tutta Terra d'Otranto numerose scuole regie e i collegi-convitti di Lecce, Brindisi e Taranto, di cui quello di Lecce era il più ricco di insegnamenti.Dal proliferare delle scuole e dei collegi all'intensificarsi delle richieste per l'istituzione di una Regia università durante i primi decenni del 1800, il passo è breve. Ma le aspettative della borghesia cittadina che desiderava un'istruzione universitaria, o, come veniva detta, "sublime", venivano regolarmente disattese.
Dopo i moti democratici del '20-21 e del '48, i Borboni attuano un giro di vite intorno all'istruzione superiore nella capitale, temendo che i giovani studenti potessero essere portatori di idee liberali giudicate pericolose. Nel 1852 il Collegio leccese, ritornato sotto la direzione dei Gesuiti, viene trasformato in Regio Liceo, dove comunque gli studenti non possono ottenere la laurea, che devono discutere presso l'Università di Napoli. Questa situazione rimane immutata fino all'Unità d'Italia.Unità d'Italia che porterà poi all'inabissarsi delle aspettative di istruzione superiore in tutto il meridione d'Italia. Una politica fortemente accentratrice, infatti, che vedeva in Napoli e in tutto il sud il pericolo di una restaurazione Borbonica, e un freno alla crescita culturale del Paese, portò alla soppressione di quasi tutte le Università, e all'esclusione dei Licei dalla possibilità di impartire un'istruzione di tipo superiore.
La situazione del Liceo di Lecce, che si vede soppresse tutte le cattedre, regredendo quindi alla possibilità di impartire esclusivamente un'istruzione secondaria e non superiore, riflette la situazione generale del Capoluogo di terra d'Otranto, che vede un decremento demografico a differenza degli altri centri, come Brindisi, Taranto e Bari.Tuttavia, nel 1869, grazie all'interessamento del prefetto Winspeare, dell'Amministrazione provinciale e di alcuni intellettuali leccesi, tra cui Vitaliano Pizzolante, Lecce riesce ad ottenere un Ateneo di Scienze Legali, le cui attività prendono il via ufficialmente il 18 giugno del 1869 nei locali dell'ex monastero di S. Chiara. Rettore dell'Ateneo è eletto Vitaliano Pizzolante, vice rettore Leonardo Stampacchia. Purtroppo l'avventura universitaria di Lecce avrà vita breve, e dopo solo due anni di attività, l'Ateneo di Scienze Sociali chiuderà i battenti.
La situazione leccese non cambierà fino al secondo dopoguerra, peggiorando, anzi, dopo la nascita, nel primo decennio del 1900, dell'Università degli Studi di Bari, che si pone come centro culturale principale di Puglia. Fino agli anni cinquanta del secolo scorso, infatti, tutte le istanze, che si facevano sempre più calzanti, per l'istituzione a Lecce di una sede universitaria, venivano regolarmente deluse.Nell'aprile-maggio del 1955 nasce su iniziativa dell'Amministrazione provinciale leccese, un Consorzio universitario, al quale aderiscono oltre alla Provincia di Lecce, altri Enti e quasi tutti i comuni della provincia. Lo scopo del Consorzio è quello di favorire la nascita di un Istituto autonomo di Magistero, a carico del Consorzio, nell'attesa del riconoscimento giuridico nelle forme della parificazione o della statalizzazione.
Il 22 novembre 1955 iniziano le lezioni. Quattro i corsi previsti: Materie letterarie, Pedagogia, Lingue straniere, Vigilanza scolastica.Come abbiamo visto il riconoscimento giuridico arriverà nel 1959, allo scadere dei primi quattro anni di corsi, per permettere agli studenti di avere un titolo valido e spendibile.La definitiva statalizzazione avverrà infine nell'anno accademico 1967-68, con l'istituzione della terza Facoltà, quella di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali. Fin dalla sua nascita la Facoltà è stata fortemente orientata in campo matematico verso le ricerche in analisi matematica e in campo fisico verso le ricerche in astrofisica e fisica teorica.
Nel 1987 nasce la Facoltà di Scienze Economico-Bancarie, oggi Economia e Commercio che si propone di formare manager, consulenti e giuristi d'impresa adeguando l'offerta formativa alle necessità dell'economia del territorio.
La Facoltà di Ingegneria verrà istituita nell'anno accademico 1990/91.L'obiettivo generale della Facoltà è quello di formare figure professionali qualificate per impostare, svolgere e gestire attività di progettazione anche complesse e per promuovere e sviluppare l'innovazione.
La Facoltà di Lingue nasce nel 1995 come trasformazione del Corso di laurea in Lingue e Letterature straniere in seguito alla soppressione della Facoltà di Magistero. Con i suoi corsi di studio la Facoltà di Lingue fornisce agli studenti le competenze scientifico professionali necessarie per operare oltre che nella scuola di ogni ordine e grado, nell'editoria, nel turismo, nei rapporti internazionali, nell'informazione.
Nel 1997 nasce la Facoltà di Beni Culturali, i cui obiettivi formativi prevedono il possesso di una buona formazione di base e di un adeguato spettro di conoscenze e di competenze nei vari settori dei beni culturali, nonché di adeguate competenze in materia di legislazione e amministrazione specifiche, di abilità nell'uso dei principali strumenti informatici e della comunicazione telematica negli ambiti specifici di competenza.
Lo stesso anno viene istituita anche la Facoltà di Scienze della Formazione che si pone come una realtà nuova rispetto alle Facoltà umanistiche tradizionali sia per l'offerta formativa sia per ciò che concerne le possibilità di lavoro.
La Facoltà di Giurisprudenza, nata nel 1998, si articola in tre indirizzi: classico, amministrativo e di impresa. La caratterizzazione dei piani di studio cerca di coniugare gli studi giuridici di impianto classico con percorsi formativi a contenuto innovativo collegati alle nuove professionalità richieste dal mercato del lavoro.
Dai 77 iscritti del 1955, si è passati agli oltre 27.000 di oggi. I maggiori incrementi nelle iscrizioni si sono avuti in corrispondenza della nascita delle Facoltà di Scienze MMFFNN e di Economia. L'istituzione delle altre facoltà non provoca invece un evidente incremento nel numero totale degli studenti perché si colloca in un generale trend positivo di crescita e perché a volte i corsi di studio sono preesistenti alla nascita delle nuove facoltà, come nel caso di Lingue.Negli ultimi anni si è avuta una rapidissima crescita dell'ateneo salentino, sia da un punto di vista dell' offerta formativa che da un punto di vista del numero degli studenti.

Fonte: http://www.unile.it/ateneo/ateneo/storia.asp