venerdì 3 ottobre 2008

Erasmus, gli studenti stranieri bocciano l’Italia



Resiste il mito del Belpaese, ma gli studenti stranieri che arrivano in Italia con l’Erasmus bocciano l’università e i servizi che trovano nel nostro Paese. Che è soprattutto “costosissimo, incapace di garantire un alloggio a prezzi contenuti e dove l’inglese è una lingua di cui si fa a meno”.
È l’Italia vista dagli studenti Erasmus che hanno risposto ad un questionario proposto dalla free press Studenti Magazine e dall’associazione Erasmus Student network Italia. Venti domande a cui, attraverso il sito www.esn.it, hanno risposto 1500 studenti provenienti da 28 paesi diversi e afferenti a 27 diverse città italiane.
Prezzi troppo alti e università troppo confusionaria: sono i problemi piú sentiti dagli studenti stranieri all’arrivo. L’83 per cento degli intervistati dichiara di spendere di piú in Italia rispetto al proprio Paese. La voce piú costosa è al solito l’affitto (per il 69 per cento). Seguono il cibo per il 14,4 per cento e il divertimento per il 12,6. Il 4 per cento trova invece particolarmente costosi i libri.
Bocciata la qualità dell’università Italiana, che il 71 per cento degli intervistati ritiene peggiore di quella del proprio paese. Per il 39,6 per cento degli intervistati la causa principale di questa bocciatura è il pessimo stato delle strutture. Seguono la scarsità dei servizi web per il 24,4 per cento, la difficoltà nel raggiungere informazioni per il 19,5 per cento e i professori per il 16,5 per cento. Relativamente a questi ultimi, quando si chiede un confronto con quelli del proprio paese il 59 per cento non vede differenze, il 25 per cento li giudica peggiori e solo il 16 per cento li vede migliori.
Il miraggio casa: è una grande difficoltà per gli italiani, figuriamoci per gli studenti Erasmus. La casa, infatti, oltre ad essere costosa è difficile da trovare: ha avuto problemi ben il 66 per cento degli intervistati. La causa principale è il prezzo elevato (per il 37,4 per cento), seguita dalle cattive condizioni degli immobili (per il 29,1 per cento), dal razzismo dei proprietari che non affittano a stranieri (per il 20,8 per cento) e dall’assenza di un contratto (per il 12,7 per cento).
Impietoso il giudizio sull’utilizzo della lingua inglese in Italia. Appena l’1,4 per cento lo ritiene indispensabile, contro il 46,6 per cento che lo ritiene assolutamente inutile e il 53 per cento che lo ritiene utile, ma non fondamentale.
Questo quadro a tinte chiaroscure non annulla completamente il fascino dell’Italia che tuttavia viene inevitabilmente intaccato. Emerge infatti che se al momento della scelta il 97 per cento degli studenti Erasmus arriva in Italia perchè “sempre attratto dal Belpaese”. Ma alla fine del soggiorno solo il 60 per cento vi ritornerebbe ad occhi chiusi.

Fonte: Panorama

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