venerdì 9 gennaio 2009
Il decreto Gelmini è legge: ecco le novità.
Trasparenza nei concorsi, stop alle baronie, più spazio ai giovani, premi agli atenei con bilanci virtuosi e giro di vite per quelli in rosso: il decreto a firma Maria Stella Gelmini è legge. Con 281 voti a favore, 196 contrari (Pd e Idv), e 28 astenuti (Udc), l'aula di Montecitorio ha approvato in via definitiva il testo in materia di Università. Il ministro dell'Istruzione nega di aver ceduto alle pressioni dell'opposizione: sul maestro unico, dice, «nessuna marcia indietro».
Hanno votato contro i gruppi del Pd, convinti che la legge è «un'occasione mancata per il diritto allo studio in Italia», e dell'Idv. Si è astenuta l'Udc «per offrire un'apertura di credito nei confronti del ministro Gelmini».
Più soldi agli atenei virtuosi. Tra le novità della legge più finanziamenti (il 7 per cento del Fondo del Finanziamento Ordinario e del Fondo Straordinario della Finanziaria 2008) per le Università migliori: quelle con offerta formativa, con qualità della ricerca scientifica, efficienza delle sedi didattiche migliori. Gli atenei più virtuosi saranno individuati attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario).
Stop alle assunzioni per gli atenei «spreconi». Da oggi gli atenei che spendono più del 90 per cento dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale
Più assunzioni per i ricercatori. Per favorire l'assunzione dei giovani ricercatori, il blocco del turn over (a quota 20 per cento nelle altre amministrazioni) viene elevato al 50 per cento. Delle possibili assunzioni presso le Università, almeno il 60 per cento dovrà essere riservato ai nuovi ricercatori. Con questi interventi si potranno assumere 4000 nuovi ricercatori.
Borse di studio ai meritevoli. Borse di studio a tutti quelli che ne hanno diritto grazie all'incremento di 135 milioni di euro destinato ai ragazzi capaci ma privi dei mezzi economici. Previsti 65 milioni di euro destinati a progetti per residenze universitarie (1700 posti letto in più).
Commissioni concorsi. Cambia la composizione delle commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari: a differenza di quanto accadeva finora, saranno quattro i professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore disciplinare oggetto del bando e da un solo professore ordinario
nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando. Nelle intenzioni del ministro, si eviterà di predeterminare l'esito dei concorsi e di incoraggiare un più ampio numero di candidati a partecipare.
Gelmini: «Nessuna marcia indietro». Negando di aver fatto «marcia indietro», il ministro ha spiegato che il maestro unico «rimane il modello di base. Si è solamente compreso che non è incompatibile con il tempo pieno». Soddisfazione per l'astensione dell'Udc: «È un risultato importante, spero solo che sia un primo passo per condividere con l'opposizione una riforma organica dell'università».
«Finita difesa status quo». «Il problema, ha detto Gelmini, non è l'assenza di riforme mancate». Insomma, per il ministro è finita l'epoca delle «università sprecone» e della «difesa dello status quo».
La maggioranza difende il decreto Gelmini. La maggioranza plaude compatta alla riforma dell'università: «Più qualità, più meritocrazia, meno sprechi, meno privilegi negli atenei italiani. L'approvazione, da parte del Parlamento, del decreto Università garantisce l'avvio dellanecessaria riforma del sistema universitario nel nostro Paese». Ne è convinta Isabella Bertolini, componente del direttivo del Pdl alla Camera, perché, dice, le misure contenute nella legge «aiuteranno il rilancio qualitativo dell'Università italiana».
Critiche dall'opposizione. L'opposizione, invece, scende in campo contro la riforma voluta da Maria Stella Gelmini. «L'università italiana soffre di una crisi e non sarà certo il provvedimento approvato oggi, con le sue misure insufficienti e in alcuni casi anche peggiorative, a riportare ad una situazione di normalità gli atenei». Così Mariapia Garavaglia, omologa del ministro Gelmini nel governo ombra, a proposito del decreto approvato stamani.
Fonte: Il Messaggero
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